Rimborso Tari per mancata raccolta di immondizia: ecco come si può avere e come si fa domanda
La Tari, tassa sui rifiuti, è destinata a coprire i costi del servizio di raccolta e smaltimento dei rifiuti urbani. Tuttavia, se questo servizio non viene garantito regolarmente e i rifiuti si accumulano per le strade, i cittadini hanno diritto a chiedere un rimborso. Questo perché si va a pagare per un servizio che non ricevono. La Corte di Giustizia Tributaria di Roma ha stabilito questa sentenza, con un importante precedente.
La vicenda è nata a Settebagni, un quartiere di Roma, dove a causa di disservizi continui nella gestione dei rifiuti, i residenti hanno chiesto un rimborso della Tari per gli anni 2017 e 2018. L’accumulo di immondizia nelle strade, con la comparsa di animali selvatici come cinghiali, ratti e blatte, aveva messo a rischio la salute dei cittadini. Nonostante le numerose segnalazioni all’amministrazione comunale e l’uso dell’app Junker per documentare i disservizi, il problema non è stato risolto.
Nel 2020, la Corte aveva riconosciuto un rimborso del 20%, ma nel 2022, dopo il ricorso di Roma Capitale, la decisione finale ha aumentato il rimborso all’80%. Questo aumento è stato riconosciuto anche in considerazione del fatto che la situazione nel quartiere non aveva mostrato miglioramenti significativi. In totale, circa 40 abitanti del quartiere hanno ricevuto un rimborso di quasi 20.000 euro.
Questa sentenza ha una portata più ampia: non riguarda solo i cittadini di Settebagni. Rappresenta, infatti, un precedente che permette a chiunque si trovi in una situazione simile di chiedere il rimborso per la mancata raccolta dei rifiuti. Inoltre, l’importanza delle prove è stata sottolineata. Le foto scattate con l‘app Junker, con geolocalizzazione e archiviazione sicura, sono diventate determinanti per dimostrare l‘inefficienza del servizio e ottenere il rimborso. Una vittoria significativa che potrebbe aprire la strada a ulteriori cause simili in tutta Italia.